Misurazione del suono

L’unità utilizzata per confrontare l’intensità di due suoni è il “bel”, anche se normalmente si usa un suo sottomultiplo: il “decibel” (db). L’orecchio umano può captare da quasi 0 db fino a circa 100 db. A partire dai 120 db, l’orecchio inizia ad avvertire una sensazione dolorosa. Per familiarizzare con questa unità del suono possiamo dire che un sussurro fatto in un orecchio misura circa 20 db, il traffico intenso misura intorno ai 70 db, mentre un aereo che passa a 100 metri d’altezza ne misura circa 120.Il bel non è una unità assoluta, ma si riferisce al campione; abbiamo, infatti, misurato l’intensità del suono confrontandola con un altro suono-campione che corrisponde all’intensità soglia del suono ad una frequenza di 1.000 Hz.

Approfondimento

La causa per cui viene vengono usate unità logaritmiche o i sottomultipli del bel è da attibuire al particolare meccanismo di risposta dell’orecchio umano. La relazione che lega l’intensità I di un suono al livello convenzionale ß espresso in decibel è:
imm essendo Io = 10^-12 watt/m^2 un’intensità di riferimento fissata su di un valore circa eguale all’intensità più debole che possa essere normalmente percepito

Il Campo sonoro
Il campo sonoro è la piena immagine sonora riprodotta, ad esempio in una sala da concerti o in un luogo per esecuzioni dal vivo. E’ composto dal “suono diretto” riprodotto direttamente dalla sorgente, dai “primi suoni riflessi”, che raggiungono l’orecchio dopo essere rimbalzati contro le pareti e il soffitto, e le “riverberazioni che si disperdono dopo una complicata serie di riflessi.I segnali musicali vengono elaborati in una serie di calcoli ad alta velocità, in base ai dati misurate nelle sale da concerti più famose del mondo. I primi suoni riflessi e le riverberazioni vengono aggiunti al suono originale per creare il senso di partecipazione all’esecuzione dal vivo — proprio all’interno della vostra automobile.

 

Curiosità

Il motivo per cui l’orecchio risponde bene ad un intervallo d’intensità estremamente ampio è da recarsi, almeno in parte, nel fatto che i muscoli intorno alla membrana timpanica e agli ossicini reagiscono al suono arrivo adeguando la loro tensione all’intensità del suono stesso.