Sistema di riproduzione del suono mediante il quale si cerca di ricostruire anche l’effetto legato alla direzione delle onde sonore, al fine di ottenere un risultato complessivamente più realistico, cioè più simile alla sensazione sonora prodotta da un’esecuzione dal vivo. Per creare l’effetto spaziale del suono è necessario disporre di almeno due sorgenti in grado di emettere suoni differenziati, per ottenere i quali occorre anche predisporne, in fase di registrazione, almeno due microfoni i cui segnali devono essere registrati su due diverse piste magnetiche. In fase di riproduzione questi segnali devono essere letti da due diverse testine (se si tratta di una registrazione magnetica) o da un trasduttore in grado di separare i due diversi segnali (se si tratta di un rivelatore fonografico). Due diversi amplificatori, uno per il canale sinistro e uno per quello destro, provvederanno ad amplificare i due segnali e a pilotare uno o più diffusori, la cui dislocazione dovrà tener conto delle caratteristiche dell’ambiente. La zona nella quale l’ascolto risulta più regolare è detta zona isofonica.
La riverberazione
Un altro fenomeno che viene a prodursi a causa della riflessione del suono è quello della riverberazione. Essa si origina quando esistono successive riflessioni del suono su diverse superfici. L’esempio più comune è quello di un locale nel quale, una volta emesso, il suono si riflette sul suolo, sul soffitto, sulle pareti ecc. Se gli oggetti sono dei buoni riflettori del suono, quest’ultimo può continuare a riflettersi per un lungo periodo di tempo; in questo modo alcuni suoni si mischierebbero con degli altri suoni ed avremmo una cattiva acustica. Si chiama tempo di riverberazione il periodo di tempo che trascorre da quando cessa di prodursi l’emissione di un suono fino a quando 1’ intensità di detto suono diminuisce di 1.000.000 di volte.